IL RITRATTO DI ISABELLA D'ESTE RITROVATO DA SOLARI E PEDRETTI E DA LORO PARZIALMENTE ATTRIBUITO A LEONARDO DA VINCI E COMPLETATO DA UN ALLIEVO |
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![]() IL DIPINTO E' SU TELA E SI TRATTA, SENZA OMBRA DI DUBBIO, DI QUELLO INIZIATO DA LEONARDO SULLA BASE DEL CARTONE OGGI AL LOUVRE COL QUALE E' PERFETTAMENTE SOVRAPPONIBILE E CHE TUTTI GLI ESAMI ESEGUITI DA BEN TRE LABORATORI DIAGNOSTICI POSSONO CONFERMARE. OLTRE A TUTTI QUESTI ESAMI E' STATO EFFETTUATO ANCHE IL RADIO CARBONIO14 CHE RISULTA ESSERE SIMILE A QUELLO EFFETTUATO SULLA PERGAMENA DELLA BELLA PRINCIPESSA RECENTEMENTE ATTRIBUITA A LEONARDO... chi contesta la validità del RC14 e considera giusta l'attribuzione della Bella Principessa usa due pesi e due misure.... |
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rassegna stampa essenziale |
CORRIERE della Sera È lì, rinchiusa in un caveau svizzero,
con una corona in testa e una palma impugnata come uno scettro, dettagli quasi certamente
aggiunti dagli allievi «più affezionati» (Salaì e Melzi) che il maestro portò con sé
a Roma nel 1514. Isabella dEste, addobbata come fosse santa Caterina
dAlessandria, aspetta di entrare, per la prima volta da quando la dipinse Leonardo,
in un museo. Al professore, il quadro era stato portato da un insegnante darte che ha dedicato la vita allo studio di Leonardo, Ernesto Solari, non nuovo a scoperte in materia leonardesca, di cui Pedretti ha stima avendolo citato più volte nei suoi libri. Solari aveva avuto lintuizione e, soprattutto, sapeva dove cercare. In questi tre anni e mezzo, oltre ai documenti che riportiamo su «Sette», sono stati fatti altri accertamenti scientifici. Il primo, realizzato grazie a tre prelievi dallopera, ha dimostrato che i pigmenti sono esattamente quelli utilizzati da Leonardo; il secondo, che limprimitura della tela è preparata secondo la ricetta scritta da Leonardo nel suo Trattato; infine, la cosa più stupefacente: la fluorescenza ha fatto riapparire, davanti alla mano, il libro, simbolo di Isabella protettrice di Lettere e Arti, presente nel cartone del Louvre. Ora si apre il dibattito sullautenticità del dipinto. Se, come tutte le ricerche sembrano attestare, il ritratto è stato realizzato da Leonardo e poi ultimato dai suoi allievi, potrebbe cambiare un pezzo significativo della Storia dellArte. Il quadro e la sua tecnica sono precedenti la realizzazione della Gioconda e del San Giovanni Battista, sui quali ha quindi profondamente influito. Dovrebbero anche essere ridiscusse alcune conclusioni a cui è giunto il numero due degli studiosi di Leonardo: Martin Kemp. Le sue teorie sembrano costruite addosso a questopera, in particolare quando sostiene che Leonardo non era un pittore di professione e quasi mai ha portato a termine le sue opere, spesso conservandole presso di sé fino alla morte; dice, inoltre, che era uno sperimentatore, soprattutto nella pittura, escludendo, però, che avesse realizzato quadri su tela. Questa Isabella è su tela, una tela preparata secondo la «ricetta di Leonardo». Misteri di un genio. E misteri delle opere a lui attribuite.
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RISPOSTE AD
ALCUNE ACCUSE UN PO' FRETTOLOSE E GRATUITE ISABELLA
DESTE IL LEONARDO RICERCATO
INCOMPRESO E NON VOLUTO
In
questi ultimi tempi, a seguito della notizia del ritrovamento
del dipinto raffigurante Isabella dEste, parzialmente attribuito a Leonardo, tanti
studiosi e giornalisti si sono lanciati in una sorta di tiro al piccione scagliandosi, non
sempre a ragione, contro tale attribuzione .
Se
la sono presa, in certi casi in modo quasi offensivo, col Prof. Pedretti, che ha
osato sostenere lattribuzione parziale del dipinto auspicando ulteriori
indagini e studi, e col sottoscritto pur non avendo
mai visto lopera in oggetto dal vero né aver preso visione degli studi effettuati dai laboratori diagnostici se non in piccolissima
parte; si sono soprattutto limitati ad unosservazione della brutta foto diffusa dai
giornali che non consente alcun tipo di lettura seria.
Sarebbe
stato più giusto e professionale ammettere limpossibilità di esprimere un
giudizio, se non altro un giudizio definitivo come invece hanno voluto fare, sulla base di
queste pochissime informazioni. E invece tutti hanno sparato a zero senza minimamente pensare che sotto il dipinto,
molto rimaneggiato, potesse celarsi una verità ben diversa e più vicina alle conclusioni
a cui siamo pervenuti io e Pedretti, gli unici ad aver visionato e studiato il dipinto e
tutti gli esami effettuati.
Ma
questi esimi professionisti non hanno voluto o saputo frenare i propri istinti bellicosi,
né hanno voluto valutare nella maniera
corretta le uniche informazioni diffuse, ma importanti:
cioè che lesame del radiocarbonio14 è simile a quello della Bella
Principessa attribuita a Leonardo da Kemp
e
quindi va considerata una datazione più o meno parallela dei due dipinti;
che sotto la superficie dipinta, attraverso la riflettografia ad infrarosso, è leggibile
la presenza del libro come nelloriginale del Louvre (che Kemp afferma di non
esserci, a differenza della copia da lui attribuita erroneamente a Leonardo e presente a
Oxford); che le dimensioni del disegno del
Louvre e questo dipinto sono simili e che, infine, simili
alla tecnica di Leonardo sono sia le imprimiture che i pigmenti ritrovati in base a quanto
scritto dallo stesso Leonardo nel suo trattato, in particolare quando il Vinciano parla
della pittura su tela.
E
qui nasce il grande equivoco, poiché fino ad oggi gli studiosi hanno sempre parlato, o
esaminato, di dipinti su tavola e su muro.
Sovrapponendo
i cinque cartoni, compreso il sesto del Louvre, a questo dipinto è emerso lopposto
di quanto affermato dal Prof. Marani e cioè che il naso del dipinto è lunico ad
avvicinarsi a quello del Louvre, gli altri sono tutti molto più corti ad eccezione di
quello di Oxford che è però più rifilato. Altra cosa emersa dalla sovrapposizione è
che ci sono, nel dipinto, alcuni cambiamenti dovuti a mio avviso a dei correttivi estetici
che un qualsiasi copiatore non avrebbe avuto alcun bisogno di apportare, mentre Leonardo
sì, perchè la committente Isabella, essendo donna di grande ambizione, avrebbe
certamente fatto notare a Leonardo alcune caratteristiche fisionomiche portate
alleccesso. Si tratta di una correzione del volume della testa, della spalla destra
troppo prominente nel cartone del Louvre, del naso troppo gobboso e di un doppio mento che
nel dipinto sono stati rifilati seppur lievemente. Lo stesso Marani afferma che nel cartone del Louvre cè una
sproporzione fra il braccio e le spalle, mentre non può negare che nel dipinto le spalle
vengono ristrette eliminando almeno in parte tale sproporzione che nel cartone di Oxford
invece è eliminata completamente.
Deve
essere chiaro che sia il sottoscritto che il Prof. Pedretti riteniamo leonardesco solo il
volto e un abbozzo generale sottostante la realizzazione posticcia. Lunico aspetto
su cui stiamo ancora lavorando è la datazione del dipinto che il Prof. Pedretti pone, con
ancora qualche dubbio, durante il viaggio di Isabella a Roma nel 1513/14.
E,
a proposito della pellicola pittorica del volto, il Prof. Marani scrive testualmente che
in esso prevale luso del bianco mentre la stratigrafia afferma proprio il contrario,
cito testualmente: in
piccola percentuale,
bianco di piombo.
Ma
torniamo al Prof. Kemp: quando egli parla, a proposito del nostro dipinto, di tela
granulosa è completamente fuori strada, infatti si tratta di una tela finissima e
fragilissima; cosi come quando accenna ad un divario da quelle nozioni che Leonardo
esprime nel realizzare i contorni, la luce e lombra: infatti nella relazione si
sottolinea che proprio il trattamento della luce e dellombra nel volto di Isabella
sembra anticipare la realizzazione del San Giovanni Battista e della Gioconda. Altra
affermazione che rivela la superficialità e la gratuità delle critiche è quella in cui
si dice che il profilo è copiato dal cartone del Louvre ignorando le reali diversità
(ovviamente emerse da esami non in loro possesso) o i miglioramenti estetici che un
normale copiatore avrebbe ignorato o comunque non avrebbe avuto motivo di effettuare. Si
tratta di miglioramenti estetici o di veri e
propri pentimenti?
Kemp
sbaglia quando afferma che il viso di Isabella è rivolto verso il nulla, ignorando così
la nobiltà di questa donna che era stata, al pari di Lorenzo il Magnifico, una grande
mecenate e che aveva dettato a Leonardo, proprio per differenziarsi dalla Gallerani,
quella posa di profilo voluto e preteso dal rango nobiliare. Mi è sembrato altresì contraddittorio il Prof. Kemp quando afferma, parlando della Bella Principessa, che essendo realizzata su pergamena si può parlare di ricerca sperimentale del Vinciano, mentre per un dipinto su tela questa idea di sperimentazione non viene accettata, anzi lo studioso continua a ribadire che Leonardo non ha mai utilizzato la tela come supporto pittorico.
Ritengo
comunque le questioni relative alla Bella Principessa e ad Isabella molto affini e ancora
aperte e dense di ipotesi ancora tutte da
dimostrare.
Como
5/12/ 2013
Prof. Ernesto Solari |
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A
PROPOSITO DELLE CRITICHE O DELLE DICHIARAZIONI APPARSE SUI MEDIA, PRIMA E DOPO
IL SEQUESTRO Premetto
che non sono uno showman né tantomeno uno che ama fare polemiche; amo studiare,
conoscere ed educare con passione all'arte. Spesso però accade che su alcuni
quotidiani e in alcune trasmissioni televisive si assista ad esternazioni farcite di
offese e parole volgari, solo per fare spettacolo o audience; si ignora così,
volutamente, l'impegno serio di chi ha studiato e conosce profondamente l'argomento
in oggetto. Avallare il linguaggio e le "pittoresche" opinioni di chi non
conosce, se non superficialmente, l'opera
in questione, diventa diseducativo verso i giovani che non solo non ameranno l'arte
ma la considereranno in maniera burlesca, un mondo inutile e per pochi eletti,
manifestazione di un modo di essere antiquato e irrazionale, mentre l'arte potrebbe
diventare il futuro per molti giovani e per l'Italia. L'arte, come dice il ministro
Franceschini, può essere l'industria di domani. Non solo chi ha naso o esperienza antica
può interessarsi al mondo dell'arte e non solo le opere apparentemente belle possono
essere di Leonardo o di altri grandi autori del rinascimento, così come i soliti critici
continuano ad affermare erroneamente da troppo tempo. Vedasi la Bella principessa, che ha
lo stesso risultato al radio carbonio di questa apparentemente brutta Isabella (ritengo
che non si debbano usare due pesi e due misure di giudizio). La scienza e la tecnologia
hanno oggi una grande importanza e possono ribaltare un parere puramente estetico e
stilistico, e dare una paternità, seppur parziale, ad opere fino ad oggi non considerate
o apparentemente brutte come Isabella. Di
fatto la maggior parte di questi storici o critici darte che hanno esternato e
tuonato, sia ieri che oggi, contro la paternità leonardesca del dipinto di Isabella,
il quadro l'hanno visto solo in una brutta foto. Come è possibile fare tante
osservazioni, a volte assurde od offensive, basandosi solo sulla superficialità? Vi
sembra plausibile? O sembra più plausibile pensare che costoro vogliano solo
demolire qualunque opera che non sia stata trovata, studiata o considerata da loro? Io
sono un insegnante, ma come posso convincere i miei allievi che larte è una cosa
seria se assistono a simili spettacoli o sceneggiate e vedono quanto consenso mediatico
viene attribuito ad essi? A
proposito del dipinto di Isabella ci sono, oltre al radiocarbonio14, decine e decine di
esami effettuati da alcuni fra i più importanti laboratori diagnostici italiani che
parlano chiaro. Purtroppo però in Italia ci sono troppi storici dell'arte che non
accettano ancora il responso della tecnologia e della scienza e si fidano solo del loro
fiuto: possiamo dire che usano un metodo un po' troppo antiquato. Spesso è ciò
che è sotto alla superficie pittorica, risultato di numerosi rifacimenti (basta
pensare al Cenacolo, che ha subito 7 ridipinture, cosa era prima di un restauro
ventennale), ad essere importante e se si escluderà a
priori la possibilità di guardare in profondità allora a cosa
è servito il progresso della tecnologia? A
tale proposito ricordiamo che nei maggiori musei del mondo ci sono opere
attribuite solo col naso dagli esperti, ma chissà quante di quelle attribuzioni la
scienza oggi annullerebbe o modificherebbe. Prof.
Ernesto Solari Approfondimenti
sul sito www.museosolari.net
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